I miracoli di Gesù

(058)

La fanciulla lunatica di Betginna (215.7)

Il piccolo albergo è raggiunto. Tutti i clienti sono sulla porta, curiosi, e in mezzo con Filippo è l'oste che continua a monologare fra sè. Quando vede Gesù gli corre incontro: "Maestro, Signore, Gesù...io... io credo, io credo tanto che Tu sei Tu, che sai tutto, che vedi tutto, che conosci tutto, che puoi tutto, tanto lo credo che ti dico: Abbi pietà della mia figlia benchè io abbia molte colpe sul cuore. Non sulla mia creatura il castigo per essere stato disonesto nel mio mestiere. Non sarò più esoso, lo giuro. Tu vedi il mio cuore col suo passato e col suo pensiero di ora. Perdono e pietà, Maestro, ed io parlerò di Te, a tutti che vengono qui, nella mia casa..." L'uomo è in ginocchio.
Gesù gli dice: "Alzati e persevera nei sentimenti di ora. Conducimi la tua figlia."
"E' in una stalla, Signore. L'afa fa di lei una ancor più malata. E non vuole uscire."
"Non importa. Andrò Io da lei. Non è l'afa. E' che il demonio mi sente venire."
Entrano nel cortile e da esso in una stalla oscura, e tutti gli altri dietro. La fanciulla, spettinata, sparuta, si agita nell'angolo più oscuro e come vede Gesù urla: "Indietro, indietro! Non mi disturbare. Tu sei il Cristo del Signore, io un tuo percosso. Lasciami stare. Perchè sempre vieni sui miei passi?"
"Esci da costei. Vattene. lo voglio. Rendi a Dio la tua preda e taci!"
Un urlo straziante, uno scatto, un afflosciarsi di corpo sulla paglia... e poi, calme, tristi, stupite le domande: "Dove sono? Perchè qui? Chi sono costoro?" e l'invocazione: "Mamma" della giovinetta che si vergogna di essere senza velo con una veste lacerata, davanti agli occhi di molti estranei.
"Oh! Signore Eterno! Ma è guarita!..." e, strano a vedersi nel rubicondo e colorito oste, un pianto da bambino... E' felice, e piange non sapendo che baciare le mani di Gesù mentre la madre piange, fra la corona degli stupiti figlioletti, e bacia la sua primogenita liberata dal demonio.